I Care : ho a cuore, ci tengo, m’interessa.

Sul finire dell’estate, in una domenica mattina, mentre c’è ancora chi approfitta di un giorno di vacanza, e chi invece preferisce scegliere un diario scolastico, non posso non pensare alle polemiche sulla ” Buona Scuola” e sulla “Teoria dei Gender”.

Il mio pensiero si posa ora sui bambini e i ragazzi, sulle loro esigenze, ora sulle famiglie, impegnate nel difficile compito di essere genitori amorevoli e guide educative, ora sugli insegnanti, nei loro molteplici ruoli.

Cerco di visualizzare un punto d’incontro immaginario, dove tutti possano prendersi per mano.

Un motto viene in mio soccorso, e poi una canzone, un video.

Ecco, in questa mattina d’agosto, non importa dove siate fisicamente, senz’altro in quella che per Rodari era “Una scuola grande come il  mondo”, voglio starvi vicino a modo mio.

Questa canzone è per voi, che al di là di qualsiasi polemica avete a cuore LA SCUOLA e la sua funzione, ma prima di tutto loro:

unici e speciali, i nostri BAMBINI e RAGAZZI:

Tratta dall’album di Aleandro Baldi , “Il meglio e il nuovo questa bellissima canzone, dedicata a Don Milani, s’ intitola:

“I Care”.

Mentre l’ascolto, il CORO DI VOCI da senso ai miei pensieri.

Trascrivo qui il testo, se vi viene voglia di cantarla con me:

I Care

Cari ragazzi sono qui, sono tornato,
chiamate tutti gli altri, suonate la campana,
oggi riapre la scuola di un povero curato,
un certo Don Milani mandato qui a Barbiana.
Anche se col tempo voi siete un po’ cambiati
ed i miei occhi non son più quelli di allora
e se i vostri ginocchi non sono più sbucciati,
stonati canteremo quella canzona ancora?
i care, i care,
c’e bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’e bisogno che tu abbia cura di me,
i care, i care
e solo un modo per dire che d’ amore ce n’e
un bisogno più forte, il più forte che c’e,
i care, i care, i care.
Apriamo quella porta, risistemiamo i banchi,
spolveriamo i quaderni, rileggiamo gli appunti,
forza miei giovani studenti dai capelli bianchi,
perché quello che conta e non darsi mai per vinti.
Il mondo e un po’ più ricco, la vita e sempre dura
e in questa catapecchia attaccata al monte Giovi
c’e ancora la canzone della nostra bocciatura
che insieme cantavamo per non sentirci soli?
i care, i care,
c’e bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’e bisogno che tu abbia cura di me,
i care, i care
e solo un modo per dire che d’ amore ce n’e
un bisogno più forte, il più forte che c’e,
i care, i care, i care.
Qui dove sono adesso non e così lontano,
non fosse per il fatto che mi mancate tanto,
Dio, pur di star con voi rinuncerei anche al perdono
e Dio lo capirebbe, di questo son convinto,
parola mia d’amore parola mia?Lorenzo.
I care, i care,
c’e bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’e bisogno che tu abbia cura di me,
ragazzi sono qui, sono tornato,
ma lo sapete bene che non sono mai partito
che non sono mai partito?.i care.
I care, i care,
c’e bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’e bisogno che tu abbia cura di me,
i care, i care, c’e bisogno che io abbia cura di te?

Buona Domenica Amici.

Tata Libro

“I ragazzi che leggono vivono tante vite”

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Questo è  il titolo dell’articolo, pubblicato il 14 dicembre 2013, su il settimanale D la Repubblica,

in cui Umberto Galimberti risponde a una adolescente

che ama leggere e che sogna

di far innamorare della lettura

anche coloro “che pensano che i libri non servano a niente“.

Così scrive la ragazza:

Purtroppo in questa generazione i libri sono l’ultima cosa a cui pensare.

C’è troppa tecnologia che ci sta lentamente divorando.

Non c’è più contatto umano.

Le persone passano il loro tempo su facebook e i vari social network e nessuno legge più.

Nella mia classe, e siamo in un liceo classico, su 24 alunni, solo 4 leggono libri.

Sono terrorizzata da questi dati. Vorrei che tutti riscoprissero l’amore per la lettura.

Io nel frattempo attendo e custodisco i miei segreti in una bottiglia di metallo, sperando che un giorno si avverino.

E lotterò per farli avverare.

Come lettrice, ho condiviso le paure e le speranze di questa giovane

e ho trovato una gran consolazione nella lettera di risposta di  Umberto Galimberti,

che riporto integralmente, a beneficio di tutti quelli che non hanno avuto modo di leggerla, a suo tempo:

“Mi piace dar voce alle lettere che ricevo agli adolescenti,

perché a differenza degli adulti che si lamentano, recriminano o accusano, spesso giustamente,

gli adolescenti descrivono la loro condizione, oppure lanciano progetti per il futuro.

E ascoltarli nel loro fantasticare e progettare il futuro non deve scatenare,

come puntualmente accade nelle lettere che ricevo, la reazione degli adulti che li accusano di ingenuità.

Gli adulti conoscono il tempo che hanno vissuto,

ma non conoscono, come gli adolescenti, il tempo che verrà, e che comunque è loro.

Così, ad esempio, ci sono degli adolescenti che scrivono meglio dei loro professori.

Come può accadere questo?

Hanno letto più libri di loro.

Ci sono degli adolescenti che conoscono i sentimenti in tutte le loro sfumature.

Chi glieli ha insegnati?

I libri che hanno letto.

Ci sono degli adolescenti che non si annoiano perché,

attraverso i libri,

 hanno scoperto quanti percorsi fantastici la vita può offrire,

e non hanno bisogno di droghe per fare “un viaggio” fuori della quotidianità.

Ci sono infine degli adolescenti che, 

grazie ai libri che hanno letto,

non drammatizzano le sofferenze che incontrano nella vita,

non si abbandonano agli amori con l’ingenuità di chi conosce solo la passione del momento.

Sanno quanto è vasta e articolata la gamma dei sentimenti,

quanto ampia la costellazione delle idee per perdersi nella prima passione che li assale

o nella prima idea fissa che li tormenta.

Non sono per questo immuni dall’ inquietudine dell’adolescenza

e neppure sono divenuti adulti troppo precocemente.

Grazie ai libri,

hanno semplicemente offerto alla loro mente e al loro cuore tanti percorsi che,

senza libri, non avrebbero conosciuto,

e così hanno evitato l’afasia del linguaggio,

l’atrofia dei sentimenti, la povertà della fantasia che, 

anche quando è appena abbozzata, contiene quasi sempre un progetto di vita.

Questi sono i doni della lettura,

che diventa una compagna di viaggio.

solo per chi comincia a frequentarla da bambino.

Si illude infatti chi dice:

” Leggerò quando sarò in pensione”,

perché se non ha incominciato da bambino, 

non leggerà mai.

La scuola deve impegnarsi a far leggere ai ragazzi, oltre ai libri scolastici, tanti altri libri,

perché è impensabile che, in una classe di liceo di 24 studenti, solo 4 leggano.

Senza esitazione possiamo dire che gli altri 20 sono già persi,

anche se verranno promossi.

Perché l’educazione della mente e del cuore 

non avviene con il superamento di un corso di studi,

ma con la frequentazione appassionata di tutti i sentieri che la vita dischiude

e che la buona letteratura sa indicare e descrivere.

 Sono sicura che molti di voi sapranno lasciarsi ispirare dalle parole di Galimberti,

e che nonostante tutte le difficoltà possiate non desistere mai

dal provare a contagiare i vostri bambini

di questo immenso dono che è il piacere di leggere.

Proviamoci insieme!

Tata Libro

Pronti per la scuola?

Preschool

Se avete convinto i vostri bambini

che andare all’asilo è bello

questo non vuol dire che sarà

FACILE

tirarli fuori dal letto la mattina

e arrivare in tempo a scuola

con il SORRISO sulla bocca.

Niente timore Camilla Millecuori

conosce un GIOCO straordinario

e questo LIBRO lo spiega a tutti.

pronta per la scuola

Pronta per la scuola!

Gursel Zeynep, Ursula Bucher

Lapis, 2006

+ 4 anni.

Ogni mattina Camilla chiede alla mamma che tempo fa:

se c’è il sole si trasforma in un’avventuriera del deserto

se c’è la neve in una pattinatrice di ghiaccio finlandese

se c’è vento diventa “campionessa malese di aquiloni”.

Vi lascio scoprire in cosa altro si può trasformare

questa BAMBINA,

usando la sua fervida IMMAGINAZIONE

che tanti bambini usano

invece

per non andare a scuola!

Buona Lettura Tata Libro

Il primo giorno di scuola

“Smesso che fu di nevicare, Pinocchio col suo bravo Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese   la strada che menava alla scuola: e strada facendo, fantasticava nel suo cervellino mille ragionamenti e mille castelli in aria, uno più bello dell’altro.”

Le parole di Collodi  accompagnano Pinocchio verso il primo giorno di scuola…vestito di carta fiorita, con un paio di scarpe di scorza di albero, un berrettino di midolla di pane e un Abbecedario nuovo di zecca.

Quanti sacrifici, aveva fatto Geppetto, affinché il figlio si sentisse a suo agio, per affrontare il primo giorno di scuola….

Il giorno in cui i bambini entrano a far parte di una micro società da protagonisti, un giorno che andrebbe festeggiato e conservato tra i ricordi più belli.

Purtroppo per qualche bambino, questo giorno, può rappresentare un ostacolo da superare, e l’attesa può essere vissuta con ansia per diversi motivi:

un posto nuovo, maestri da conoscere, altri bambini con i quali relazionarsi e dai quali essere accettati, dimostrare le sue capacità di apprendimento, gratificare mamma e papà.

Il giudizio e la stima degli altri sono per lui molto importanti, quindi sarà bene non sminuire le sue preoccupazioni con frasi tipo    ” ormai sei grande” , ma aiutarlo a familiarizzare con questa nuova esperienza, per attraversare con serenità questa delicata fase d’integrazione sociale.

Sarà divertente e utile per i bambini ascoltare le vostre esperienze, magari prendendo spunto da qualche libro da leggere insieme, per iniziare un dialogo sull’argomento.

Ecco a voi la mia proposta:


No,no e poi no!

Mireille D’Allancé

Babalibri

2001

+ 3 anni

Marco è un orsetto proprio ostinato. E’ il primo giorno di scuola e lui non ne vuole proprio sapere di andarci.Fa i capricci e dice solo No! ad ogni proposta…ma alle caramelle non resiste, e poi ci sono tanti amichetti che gli faranno cambiare idea…

La famiglia topini va a scuola

Kazuo Iwamura, Haruo Yamashita

Babalibri

2008

+ 3 anni

Nel bosco si avvicina l’autunno e mamma Topini è molto indaffarata, domani i suoi 7 topini andranno a scuola per la prima volta.

Uno non vuole andarci perché la scuola è lontana, l’altro perché di mattina ha sempre sonno, uno protesta che fuori soffia un vento gelido, il quarto non conosce altri bambini, il quinto ha paura dei cattivi, qualcuno semplicemente non vuole e poi… ci sono i serpenti lungo la strada! Cosa inventerà la loro mamma?

Non voglio andare a scuola.

Stephanie Blake

Babalibri

2012

+ 4

C’era una volta un coniglio di nome Simone così Birichino che non voleva andare a scuola.

Ma una volta lì…. Bababum…

Il primo giorno di scuola

Nicoletta Costa

Emme edizioni

2006

+ 5 anni

Se quando la mamma va via ti viene da piangere prova a leggere questa storia.

Anselmo va a scuola

Mulazzani Simona, Zoboli Giovanna

Topopittori

2006

+ 5 anni

Un coniglio che racconta barzellette e un bambino che di notte vola sulla sua automobile. Una scuola popolata da dizionari chiaccheroni e malinconici mappamondi.Un avventura fantastica pensata per accompagnare i bambini alla scoperta della scuola.

La scuola delle sorprese

Maria Vago

Piemme

2006

+ 5 anni

Alice non pensava che la sua prima settimana di scuola sarebbe stata così divertente!

Da leggere per pensare al primo giorno di scuola con allegria.

A scuola, principessa!

Giandelli Gabriella, Zoboli Giovanna

Topopittori

2006

+6 anni

Anche le principesse devono andare a scuola! Per essere dei brani sovrani bisogna studiare.

Ma come sarà questa scuola? La principessa Drusilla interroga gli amici e i vicini, ma ognuno di loro ha una risposta diversa e le notizie non sono delle migliori. Sarà il caso di vedere con i propri occhi?

Se vi è venuta nostalgia e state già pensando di andare a cercare nel fondo di una scatola, le vostre vecchie pagelle, vi consiglio di passare qualche momento piacevole leggendo “Diario di scuola” di Daniel Pennac, un maestro con la M maiuscola, ma uno scolaro un po meno modello! Buon primo giorno di scuola e buona lettura!

TataLibro